Prot. n. 26/2020 del 09 /03/2020
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Prof. Giuseppe CONTE
Al Ministro dell’Istruzione
On. Lucia AZZOLINA
Al Ministro della salute
On. Roberto Speranza
Oggetto: Ulteriore discriminazione al personale ATA.
Tutti noi siamo a conoscenza di quanto sta succedendo nella nostra bellissima Italia e, come dipendenti statali, ci sentiamo ancora più coinvolti in questo frangente e siamo profondamente grati a tutto il personale sanitario che, con grande spirito di sacrificio e abnegazione, sta combattendo questa dura battaglia.
E’ il momento della condivisione, come detto dal nostro Presidente Mattarella, ma dobbiamo amaramente constatare che nella scuola non è così. Infatti, se già volevamo contestare il DPCM del 4 marzo 2020 ora a maggior ragione dobbiamo contestare quello dell’8-3-2020, che è riuscito a discriminare ulteriormente il personale ata, perché, se si deve salvaguardare la salute pubblica, non ci si deve limitare a sospendere le lezioni ma si devono chiudere tutti i plessi. Si deve tutelare la salute di tutti i lavoratori della scuola come quella di qualunque altro cittadino che è tenuto ad usare condotte di vita prudenti, come ad esempio ridurre il più possibile gli spostamenti, per evitare il contagio nell’ottica del“contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019”
Non si dovevano fare entrare persone, siano esse dirigenti docenti o personale ata, negli edifici scolastici non sanificati che, comunque, una volta sanificati, si devono chiudere perché non ha senso tale operazione se le scuole continuano ad essere aperte e frequentate perciò da possibili ipotetici portatori del virus.
Pertanto i dirigenti scolastici che continuano a far entrare il personale rischieranno di essere citati per danno biologico nel deprecato caso di qualche contagio.
Rimanendo nel discorso sanificazione dobbiamo rimarcare che molti collaboratori scolastici sono stati “obbligati” a sanificare, oltretutto con strumenti non adeguati, i locali scolastici e, in talune realtà, anche senza riscaldamento perché gli enti locali hanno spento gli impianti.
Altro punto dolente è la raccomandazione “ai datori di lavoro …….. di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie, fermo restando quanto previsto dall’articolo 2, comma 1, lettera r)” che sembra andare nella direzione della solita disparità di trattamento.
Oltre a ciò c’è il discorso del “lavoro agile” per il quale si dovrebbe aprire una complessa diatriba per tutto ciò che implica, a cominciare da tutta la strumentazione tecnologica adeguata a svolgere il proprio compito che il lavoratore dovrebbe avere.
Ci fa piacere che il MIUR abbia predisposto la Nota n. 279 datata 8-3-2020 per fornire istruzioni operative ai dirigenti in merito al DPCM 8-3-2020 ma continuano a permanere dubbi lacune e imprecisioni.
Concludendo invitiamo tutti i colleghi a seguire scrupolosamente le indicazioni del Consiglio Superiore della Sanità e a comunicare eventuali comportamenti scorretti o contrari a tale normativa in modo da preservare la propria e altrui salute.
Facciamo presente che se non saranno prese in seria considerazione le nostre richieste saremo costretti a proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale amministrativo tecnico ausiliario, che potrebbe anche promuovere una class action collettiva, perché non ci si può trincerare dietro alla scusa dei contratti collettivi nazionali firmati oltretutto dalle solite organizzazioni sindacali.
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Giuseppe MANCUSO