Prot. 140 del 21/07/2020
A tutto il personale ATA
Agli Organi di stampa
Oggetto: La farsa della revisione dei profili personale ATA.
In data 8 luglio 2020 si è tenuto un incontro tra Aran e sindacati per discutere dell’Ordinamento Professionale ATA e della revisione dei profili. come previsto dall’articolo 34 del CCNL 2016/2018.
Secondo l’ARAN, si possono accorpare alcune aree, si può arrivare a valorizzare i profili attraverso incarichi di maggiore responsabilità.
Se “ci vorrà una verifica rispetto ai costi e alle risorse, che dovrà essere affrontata in sede di rinnovo contrattuale…” le cose si protrarranno all’infinito come al solito; si spera pertanto che almeno questa volta i sindacati che si dichiarano maggiormente rappresentativi pensino realmente agli interessi del personale ata che continua a remunerarli attraverso le deleghe e si ricordino che questi anacronistici profili risalgono a tempi in cui il lavoro era diverso sia qualitativamente che quantitativamente e, soprattutto, inferiori erano i titoli di studio richiesti.
Non si può sempre e solo parlare di “riattivare le posizioni economiche per premiare attività di maggiori responsabilità e riconoscere la qualificazione professionale” senza andare realmente a fondo al problema.
Purtroppo a certi sindacati “gli attuali titoli di studio per l’accesso ai profili vanno bene ma, vista l’evoluzione generale delle competenze lavorative sociali, si pone come ineludibile il problema dell’arricchimento formativo connesso alle competenze informatiche” Pensano ad un ”ulteriore arricchimento formativo” e non sollevano nemmeno il fatto che le attuali retribuzioni sono legate ai titoli di studio necessari tanto tempo fa quando non c’era l’autonomia?!? Quando bastava addirittura la quinta elementare per fare i “bidelli” e la terza media per fare gli “applicati di segreteria”. Giustamente sono stati via via elevati i titoli di studio necessari ma gli stipendi sono rimasti tristemente ancorati al passato nonostante la tipologia e la quantità di mansioni siano notevolmente, quelle si, aumentate indistintamente per tutto il personale, dai collaboratori scolastici agli assistenti amministrativi e tecnici.
Ma questo è il pensare comune che si può purtroppo evincere anche leggendo il seguente comunicato MEF “In attuazione del D.L. 5 febbraio 2020, n. 3 convertito con Legge del 2 aprile 2020, n. 21, è riconosciuta una somma a titolo di trattamento integrativo di importo pari a 600 euro nel 2020 e di 1.200 a decorrere dal 2021, se il reddito annuo complessivo individuale non supera i 28.000 euro. … Calcolo del diritto …. Per la definizione del diritto al bonus viene considerata la proiezione del reddito annuo 2020, sulla base delle informazioni note al sistema NoiPA. Il bonus viene erogato se il valore risulta non superiore alla soglia di 28.000 €. Il reddito complessivo annuo effettivo sarà indicato al punto 1) della Certificazione unica 2021 per i redditi 2020. Il bonus viene erogato a partire dalla mensilità di luglio 2020, a tutto il personale che si trovi nelle condizioni reddituali sopra specificate. Detrazione fiscale per i redditi fino a 40.000 euro. La norma citata prevede, fino al 31 dicembre 2020, anche una ulteriore detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente e assimilati, di importo decrescente a beneficio di titolari di reddito annuo complessivo compreso tra 28.000 e 40.000 euro”.
Per cui, se abbiamo ben compreso,ad esempio un insegnante che ha un reddito medio di 28000 euro, che prima non aveva diritto al famoso bonus Renzi, potrebbe percepire dopo la riforma 1200 euro annui medi (nel 2021), mentre un ata che ha un reddito medio di 20000 euro e che prima percepiva circa 960 euro medi, ovviamente annuali, del bonus, ora avrà diritto solo ad una minima differenza (240 euro) per arrivare ai famosi ipotetici 1200 euro. Morale della favola una parte del personale amministrativo tecnico ausiliario con le retribuzioni più basse e nettamente inferiori a quelle dei docenti, avrà forse 20 euro di “aumento” mensile, per cui chi meno guadagna meno prenderà. Ognuno di voi può farsi due conti per capire a quanto realmente arriverà il suo stipendio, a prescindere da tutte le vaghe e vuote parole di chi è al potere e tenendo presente che questa bella pensata non riguarda solo noi, ma tutti i lavoratori dipendenti.
Pertanto i nuovi profili dovranno essere al più presto adeguati sia giuridicamente che economicamente alla realtà e non dovrà essere assolutamente accettata una misera elargizione a livello di fondo d’istituto o altre simili pensate: deve cambiare proprio la mentalità di chi detiene il potere, sia a livello governativo che sindacale; in caso contrario dovrà cambiare invece atteggiamento tutto il personale amministrativo tecnico ausiliario che finora ha garantito con spirito di sacrificio e abnegazione un servizio pubblico essenziale, ma anche le retribuzioni di quanti li hanno ridotti così, siano essi governanti o sindacalisti.
Ufficio Stampa FederATA