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TERZO AVVISO FEDERATA AVVIA IL RICORSO AL GIUDICE DEL LAVORO-IL SERVIZIO MILITARE VALE 6 PUNTI

Prot. n. 325 del 20 ottobre 2022 A TUTTO IL PERSONALE ATA PRECARIO

LORO SEDI

Oggetto: VITTORIA IN CONSIGLIO DI STATO. FEDER.ATA AVVIA RICORSO INDIVIDUALE PER CHI E’ INSERITO NELLA GRADUATORIA DI PRIMA E TERZA FASCIA ATA AL GIUDICE DEL LAVORO PER IL RICONOSCIMENTO DEL SERVIZIO MILITARE SVOLTO NON IN COSTANZA DI SERVIZIO-SCADENZA 01.12.2022

Cari Colleghi,

In data 16 giugno 2022, il Consiglio di Stato con ordinanza n. 2726/2022 ha accolto il nostro appello cautelare avente ad oggetto la valutazione del servizio militare prestato non in costanza di nomina”.

Per effetto dell’ordinanza, ogni persona che ha aderito al nostro ricorso, avrà diritto al riconoscimento di punti 6 per anno, al posto di punti 0,6 nella graduatoria di terza fascia.

IN VIRTU’ DELLA SENTENZA, GIA’ 21 PERSONE, INSERITE IN GRADUATORIA NELLE PROVINCE DI VARESE, MILANO, MONZA, TREVISO, SALERNO, BRESCIA, NAPOLI, GENOVA, FIRENZE E BARI HANNO OTTENUTO IL DECRETO DI RETTIFICA PUNTEGGIO E STANNO GIA’ LAVORANDO CON 6 PUNTI IN PIU’.

Pertanto, FEDER.A.T.A., in qualità di UNICO SINDACATO CHE DIFENDE SOLO IL PERSONALE ATA

AVVIA IL RICORSO PRESSO IL GIUDICE DEL LAVORO AL FINE DI OTTENERE LA VALUTAZIONE DEL SERVIZIO MILITARE SVOLTO NON IN COSTANZA DI SERVIZIO ALLA STREGUA DI QUELLO SVOLTO IN COSTANZA DI SERVIZIO.

Il costo del ricorso è di € 350,00 per gli iscritti o per chi si iscriverà a Feder.A.T.A. Il termine ultimo per aderire è fissato al 01.12.2022.

Chi fosse interessato può contattare i seguenti numeri di telefono 339.6670188 o 340.2538799 tutti i giorni anche inviando un messaggio tramite whatsapp oppure inviare una email: ricorsi@federata.it avendo per oggetto: Ricorso Feder.A.T.A. Servizio militare.

Cordiali saluti a tutti. Il Presidente Nazionale Federata

Giuseppe Mancuso

Cessazioni dal servizio con decorrenza 1° settembre 2023

D.M. n. 238 dell’08 settembre 2022. Cessazioni dal servizio con decorrenza 1° settembre 2023

D.M. n. 238 dell’08 settembre 2022. Cessazioni dal servizio con decorrenza 1° settembre 2023. Trattamento di quiescenza e di previdenza. Adempimenti amministrativi:

Per assistenza contattateci tramite posta elettronica all’indirizzo: assistenza@federata.it

 

 

Buon Ferragosto 2022

Buon Ferragosto 2022

Carissime e carissimi Colleghi, Feder.ATA augura a tutti voi un Buon Ferragosto 2022

 

La Direzione Nazionale  Feder.ATA

Vuoi guadagnare 6 punti in graduatoria per il servizio militare-partecipa al webinar del 25 Luglio ore 16:00

Vittoria in consiglio di stato di FederATA – RICONOSCIMENTO DEL SERVIZIO MILITARE SVOLTO NON IN COSTANZA DI SERVIZIO

Vuoi 6 punti in più in graduatoria personale ATA? Partecipa al webinar organizzato  dal nostro sindacato in presenza dell’Avvocato Giuseppe Limblici

il giorno 25 Luglio 2022 alle ore 16:00

 per registrarti usa questo link: https://forms.gle/ABhrw7wSu9yx2VX19

Emissione Speciale Bonus 200 euro personale scolastico

Si comunica che dalla data odierna sulla piattaforma NoiPA è visibile dal menù servizi-stipendiali-consultazioni pagamenti-emissione speciale arretrati, esigibile da venerdì 22 Luglio, il bonus di 200 euro destinato agli aventi diritto con cedolino separato

 

 

 

Per i precari ATA: FederATA ha vinto il ricorso in Consiglio di Stato

FederATA ha vinto il ricorso in Consiglio di Stato, il servizio militare vale 6 punti

Ecco il video del presidente nazionale Mancuso

FEDER.ATA AVVIA RICORSO PER IL RICONOSCIMENTO DEL SERVIZIO MILITARE SVOLTO NON IN COSTANZA DI SERVIZIO

FEDER.ATA AVVIA RICORSO PER IL RICONOSCIMENTO DEL SERVIZIO MILITARE SVOLTO NON IN COSTANZA DI SERVIZIO

Prot. n. 174 del 06 luglio 2022

A TUTTO IL PERSONALE ATA PRECARIO

LORO SEDI

Oggetto: VITTORIA IN CONSIGLIO DI STATO. FEDER.ATA AVVIA RICORSO AL GIUDICE DEL LAVORO PER IL RICONOSCIMENTO DEL SERVIZIO MILITARE SVOL/TO NON IN COSTANZA DI SERVIZIO SCADENZA 10/08/2022

Cari Colleghi,

In data 16 giugno 2022, il Consiglio di Stato con ordinanza n. 2726/2022 ha accolto il nostro appello cautelare avente ad oggetto la valutazione del servizio militare prestato non in costanza di nomina”.

Per effetto dell’ordinanza, ogni persona che ha aderito al nostro ricorso, avrà diritto al riconoscimento di punti 6 per anno, al posto di punti 0,6 nella graduatoria di terza fascia.

Pertanto, FEDER.A.T.A., in qualità di UNICO SINDACATO CHE DIFENDE SOLO IL PERSONALE ATA

AVVIA IL RICORSO PRESSO IL GIUDICE DEL LAVORO AL FINE DI OTTENERE LA VALUTAZIONE DEL SERVIZIO MILITARE SVOLTO NON IN COSTANZA DI SERVIZIO ALLA STREGUA DI QUELLO SVOLTO IN COSTANZA DI SERVIZIO.

Il costo del ricorso è di € 250,00 per gli iscritti e € 500,00 per in NON iscritti a Feder.A.T.A. Il termine ultimo per aderire è fissato al 25.07.2022 (salvo proroghe).

Chi fosse interessato può contattare i seguenti numeri di telefono 339.6670188 o 340.2538799 tutti i giorni anche inviando un messaggio tramite whatsapp oppure inviare una email: ricorsi@federata.it avendo per oggetto: Ricorso Feder.A.T.A. Servizio militare.

Per partecipare al ricorso deve compilare ed inviare via mail i seguenti documenti:

Cordiali saluti a tutti.

Il Presidente Nazionale Federata

Giuseppe Mancuso

ALLEGATI: ricorsi@federata.it

IL SERVIZIO MILITARE VALE 6 PUNTI-IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE IL RICORSO DELLE FEDER.ATA

Comunicato stampa 21 giugno 2022

A tutto il personale ATA

Agli organi di stampa

Il servizio militare vale 6 punti VITTORIA DELLA FEDER.ATA.

Il Consiglio di Stato accoglie il nostro appello

Il servizio militare prestato non in costanza di rapporto vale servizio prestato nel profilo di inserimento in terza fascia”

In data 16 giugno 2022, il Consiglio di Stato con ordinanza n. 2726/2022 ha accolto il nostro appello

cautelare avente ad oggetto la valutazione del servizio militare prestato non in costanza di nomina”.

Il Presidente nazionale della FederATA, Giuseppe Mancuso, annuncia una vittoria importante in consiglio di stato: “sono felicissimo che il consiglio di stato abbia accolto la nostra richiesta”

Per effetto dell’ordinanza, dice un Mancuso raggiante, ognuno persona che ha aderito al nostro ricorso, avrà diritto al riconoscimento di punti 6 per anno, al posto di punti 0,6 nella graduatoria di terza fascia.

Con questa clamorosa decisione, il Consiglio di Stato, fa chiarezza sul riconoscimento del servizio militare non prestato in costanza di servizio, nella graduatoria di terza fascia ATA.

FederATA, esprime grande soddisfazione per il risultato raggiunto ringraziando lo studio legale Limblici Palumbo & Partners di Favara (AG) che ha creduto insieme a noi in questo ricorso.

Proseguiremo nella presentazione di ulteriori ricorsi e per chi fosse interessato, conclude il presidente nazionale Mancuso, può inviare una mail al seguente indirizzo: ricorsi@federata.it oppure contattare i seguenti numeri: 339/6670188 o 340/2538799.

Ufficio Stampa

La scuola la società e il cambiamento

A tutto il personale ATA

Agli organi di stampa

Loro Sedi

Comunicato Stampa del 21/04/2022

La scuola, la società e il cambiamento

Della scuola si discute ogni giorno, anche troppo direi.

I problemi della scuola interessano personalmente un grande numero di persone, gli studenti e le loro famiglie, i docenti e il personale ATA.

Interessano anche i pedagogisti e gli intellettuali, che ne discutono sui giornali e nei libri, e i politici, che ne fanno oggetto di interventi, (tal volta fuori luogo) e riforme (disastrose). Eppure, nonostante tutto questo discutere e intervenire, la politica e la società, oggi si dimostrano impotenti a risolvere i “problemi della scuola”, tanto che la scuola sembra in una sorta di crisi perenne da cui non riesce a uscire, una crisi che si manifesta prima di tutto come un malessere in tutti coloro che hanno a che fare con la scuola.

Una delle ragioni fondamentali che spiega questa impotenza è che i problemi della scuola di cui si discute e che si cerca in qualche modo di risolvere sono problemi che non toccano la sostanza delle cose, le ragioni profonde del disagio della scuola, mentre dei problemi veri, quelli che stanno alla radice della crisi storica dell’istituzione scuola nelle società moderne economicamente avanzate, c’è scarsa consapevolezza, specialmente di quanto siano profondi e radicali.

I problemi veri della scuola non sono la riorganizzazione dei cicli scolastici, il modo in cui vengono fatti gli esami, la formazione degli insegnanti e dei lavoratori ATA e i loro stipendi, l’autonomia didattica delle scuole, l’introduzione di un sistema di valutazione dei ragazzi oggettivo e valido su tutto il piano nazionale, l’incentivazione della produttività delle scuole, l’incentivazione allo studio per gli studenti “capaci e meritevoli”.

Anche quando venissero risolti tutti questi problemi (cosa altamente improbabile), ancora non si sarebbe fatto nulla per portare la scuola fuori della crisi strutturale che sta attraversando. E lo stesso vale per problemi più “politici” come i cospicui finanziamenti alle scuole private o il fatto che il successo scolastico è ancora legato al livello socio-culturale della famiglia.

Quali sono allora i veri problemi della scuola? Sono esattamente i problemi della società, le discussioni e gli interventi sulla scuola non riescono a uscire dal cerchio dei problemi superficiali che abbiamo elencato perché il sistema scuola guarda al suo interno mentre dovrebbe guardare fuori di se’, nella società.

Per primo bisogna dire che i problemi veri della scuola sono molto più difficili da risolvere prima di tutto perché sono problemi fondamentali, cioè problemi che richiedono cambiamenti radicali nei fondamenti stessi di una istituzione molto antica e pochissimo propensa al cambiamento come la scuola, mentre i problemi superficiali lasciano i fondamenti della scuola intoccati.

Secondo, perché i cambiamenti necessari per risolvere i problemi veri della scuola non investono solo la scuola, ma anche la società e la cultura fuori della scuola. E società e cultura oggi cambiano molto e velocemente ma il cambiamento sembra sfuggire agli sforzi di pilotarlo e governarlo.

Terzo, perché i problemi veri della scuola non sono neppure riconosciuti e visti con chiarezza e, ovviamente, se non si vede un problema, non si può lavorare a risolverlo. Anzi la misura della gravità della crisi della scuola è proprio il fatto che la scuola non vede e non riconosce quali sono i suoi veri problemi. Perciò il primo passo per risolvere i veri problemi della scuola è riconoscerli, analizzarli e capirne bene la natura.

Il problema numero uno della scuola è il cambiamento. Per capire le difficoltà che il cambiamento pone alla scuola e il difficile rapporto che la scuola ha con il cambiamento, bisogna prima di tutto domandarsi quali sono i compiti che la società assegna alla scuola.

La società assegna alla scuola due compiti.

Il primo compito è trasmettere il sapere e la cultura del passato alle nuove generazioni.

Nell’organizzazione della società la scuola ha soprattutto il compito della “discendenza” culturale, cioè della trasmissione e conservazione del passato. Il compito della “modificazione”, cioè del cambiamento e della introduzione di novità nella società e nella cultura, è affidato alla ricerca scientifica, artistica, organizzativa, e alla creatività in ogni campo delle attività umane, inclusa ovviamente anche l’attività di insegnare e di imparare. Il fatto che alla scuola spetti il compito della “discendenza”, cioè della conservazione e trasmissione del passato, va tenuto ben presente se vogliamo capire quale può essere il rapporto della scuola con il cambiamento.

Ma la scuola ha anche un secondo compito, oltre a quello di trasmettere il sapere e la cultura. Il secondo compito della scuola è preparare i giovani alla società in cui vivranno, in modo che essi siano prima di tutto in grado di capire quella società e poi di contribuire al suo cambiamento.

Le società umane non sono tutte uguali, sono diverse a seconda dei tempi e dei luoghi, e soprattutto cambiano nel tempo. Perciò le diverse società richiedono conoscenze, comportamenti e valori diversi nelle persone che debbono vivere in esse. Quello che ci si aspetta dalla scuola è che dia ai giovani le conoscenze, le abilità e anche i valori appropriati alla società in cui vivranno da adulti.

Se questi sono i due compiti fondamentali che la società assegna alla scuola, trasmettere il sapere e attrezzare i giovani alla società in cui vivranno da adulti, la domanda è: Che rapporto c’è tra i due compiti?

Se il cambiamento nella società e nella cultura è lento, la scuola può svolgere entrambi i compiti in modo armonico e senza troppi problemi. Questo è quello che è successo fino ad oggi. E’ vero che la società cambia sempre, e quindi cambiano la cultura, i comportamenti, le conoscenze, i valori trasmessi per apprendimento dagli altri, ma se il cambiamento non è veloce la scuola può trasmettere la cultura della generazione precedente con i limitati aggiustamenti intervenuti nel frattempo, e nello stesso tempo preparare i ragazzi alla società in cui vivranno da adulti. La società in cui gli studenti vivranno da adulti sarà un po’ diversa da quella attuale o da quella di qualche anno o decennio addietro, ma non di molto. Perciò la scuola può trasmettere la cultura del passato sapendo che nel frattempo adempie anche al suo secondo compito, preparare i giovani a vivere nella società in cui sono destinati a vivere.

Le cose si complicano se il cambiamento sociale e culturale è rapido. Se diventa veramente veloce, i due compiti della scuola entrano in contrasto tra loro. La scuola trasmette la cultura del passato ma, facendo questo, finisce per non preparare i giovani a vivere nella società in cui vivranno da adulti. La società in cui i giovani vivranno da adulti sarà diversa dalla società di adesso e, ancora di più, da quella del passato, anche recente, e richiederà comportamenti, conoscenze e valori diversi da quelli della cultura del passato.

Il modo migliore per rendersi conto di questa continua accelerazione del cambiamento è considerare il cambiamento nella tecnologia. La tecnologia fa parte della cultura. La mente umana si esprime in comportamenti, pensieri, parole, ma anche in prodotti esterni che sono gli artefatti tecnologici.

Apprendere dagli altri significa in buona misura apprendere osservando e usando ciò che è stato prodotto dagli altri, cioè gli artefatti tecnologici.

La tecnologia cambia come cambia tutta la cultura.

Oggi il cambiamento non si misura più in millenni o in secoli, ma in anni o addirittura in mesi, si pensi al cambiamento nelle tecnologie del computer dove ci sono novità ogni sei mesi.

La spinta viene dalla ricerca scientifica e dall’innovazione tecnologica ma soprattutto dal mercato che prospera proprio sul cambiamento, cioè sulla creazione di sempre nuovi bisogni e di nuovi modi di soddisfarli.

Quello che abbiamo detto del cambiamento tecnologico si può dire anche per il cambiamento nelle istituzioni sociali e politiche, nei beni prodotti e scambiati, nei comportamenti, nelle idee, nei valori. Ovunque cambiamento, e cambiamento che accelera con il tempo. Oggi il cambiamento è in ogni campo, è molto veloce, e la sua velocità cresce.

Se le cose stanno così, la scuola non può che trovarsi in seria difficoltà.

Quando il cambiamento diventa molto veloce, le due funzioni della scuola entrano in contraddizione l’una con l’altra. Se la scuola si preoccupa di trasmettere la cultura (che per definizione è il passato), questo significa che non riesce a preparare i giovani alla società in cui vivranno da adulti, ma in realtà ormai neppure alla società in cui vivono adesso da giovani.

Se invece la scuola cerca di preparare i giovani alla società così come è oggi e come sarà tra 10-20 anni (il tempo per uno studente di diventare adulto), essa vede sgretolarsi davanti ai suoi occhi molta della cultura che trasmette da sempre in quanto questa cultura non è più in sintonia con la società presente e futura.

In questo conflitto tra i suoi due compiti è la ragione profonda, la grande causa, del malessere della scuola, il malessere sentito da tutti coloro che hanno a che fare con la scuola, gli studenti, gli insegnanti, i genitori, ,il personale ATA, gli amministratori e i governanti.

E’ un malessere che va al di là della scuola. Oggi la realtà sembra a molti meno comprensibile che in passato, una delle cause principali è il cambiamento troppo veloce. Il cambiamento troppo veloce rende la realtà poco comprensibile perché comprendere la realtà significa interpretarla in base agli schemi che abbiamo appreso.

Ma gli schemi appresi da giovani, o magari soltanto qualche anno prima, diventano inappropriati per il fatto che la realtà che dovevano servire a interpretare nel frattempo è cambiata.

E la scuola? La scuola è il luogo dove la realtà, quella esterna e sociale, dovrebbe cominciare a diventare comprensibile a chi si appresta a diventare adulto. E’ la scuola che fornisce i primi e grandi schemi interpretativi della realtà ma oggi la scuola sa lei per prima, che non è più in grado di fornire gli schemi interpretativi della realtà, perché ogni schema che essa fornisca ai ragazzi diventerà obsoleto e inutile quando i ragazzi saranno diventati adulti. Peggio ancora, la scuola sa che gli schemi interpretativi della realtà che essa è in grado di fornire ai ragazzi non sono appropriati neppure per la realtà presente. E’ la scuola che per prima sente la realtà come incomprensibile.

La scuola ha un vero e proprio problema con il cambiamento. In una società in cui tutto cambia velocemente, la scuola non cambia. La scuola non cambia in una società che cambia. Se la scuola deve preparare per la società, questo non può non essere un problema serio.

E’ per questo che i problemi che oggi vengono considerati come i “problemi della scuola”, quelli che vengono discussi da tutti sono problemi superficiali. Sono problemi che, se anche venissero risolti, la scuola cambierebbe solo in superficie, mentre per fare uscire la scuola dalla sua crisi strutturale dovuta all’accelerazione del cambiamento, la scuola dovrebbe prima di tutto identificare e analizzare con chiarezza i suoi “veri” problemi e poi cambiare molto profondamente per risolverli.

Per una istituzione sociale che, per assolvere ai suoi compiti, deve guardare al futuro, questo è chiaramente il problema.

Monza, 21/04/2022

Il Segretario Nazionale Organizzativo Feder.ATA

Fania Gerardo

 

 

Graduatorie 24 Mesi ATA

FEDER.ATA INFORMA

Graduatorie 24 Mesi ATA

E’ stata pubblicata ieri la nota ministeriale numero 13671 del 5 aprile 2022 con la quale si dà il via alle domande per l’aggiornamento delle graduatorie ATA 24 mesi anno scolastico 2022/23. Requisito principale per accedere alle graduatorie di prima fascia è l’aver svolto 24 mesi, ovvero 23 mesi e 16 giorni, di servizio.

Le funzioni “Istanze on Line ( Polis )“ per la presentazione delle istanze saranno aperte dal 27 aprile al 18 maggio 2022.

I bandi sono pubblicati dagli Uffici scolastici regionali entro il 26 aprile.

I candidati, per poter accedere al servizio “Istanze on line (POLIS)”, devono essere in possesso di un’utenza SPID valida per l’accesso ai servizi presenti nell’area riservata del Ministero dell’istruzione e l’abilitazione specifica al servizio “Istanze on Line (POLIS)”. La scelta delle scuole(Allegato G) avverrà in un secondo momento e sarà in modalità telematica. L’istanza sarà resa disponibile dopo che gli uffici provinciali avranno completato la valutazione delle domande di inserimento/aggiornamento in graduatoria.

I candidati per accedere alle graduatorie 24 mesi devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

a) essere in servizio in qualità di personale ATA a tempo determinato nella scuola statale nella medesima provincia e nel medesimo profilo professionale, cui si concorre;

b) il personale che, eventualmente, non sia in servizio all’atto della domanda nella medesima provincia e nel medesimo profilo professionale, cui concorre, non perde la qualifica di “personale ATA a tempo determinato della scuola statale”, come sopra precisato, se inserito nella graduatoria provinciale ad esaurimento della medesima provincia e del medesimo profilo (per il profilo di CS) e negli elenchi provinciali per le supplenze (per i profili di AA – AT – CR – CO – GA – IF);

c) il personale che non si trovi nelle condizioni di cui alla precedente lettera a) né nelle condizioni di cui alla precedente lettera b) conserva, ai fini del presente bando, la qualifica di “personale ATA a tempo determinato della scuola statale” se inserito nella terza fascia delle graduatorie di circolo o di istituto per il conferimento delle supplenze temporanee della medesima provincia e del medesimo profilo cui si concorre (AA – AT – CR – CO – GA – IF – CS);

Naturalmente requisito fondamentale per l’inclusione nelle graduatorie permanenti del personale ATA è un’anzianità di servizio di 23 mesi e 16 giorni, anche non continuativi prestato in posti corrispondenti al profilo professionale cui si richiede l’accesso e/o in posti corrispondenti a profili professionali dell’area del personale ATA statale della scuola immediatamente superiore a quella del profilo cui si concorre.

Monza, 06/04/2022

La Segreteria Nazionale di Feder.ATA