PROPOSTE E CONSIDERAZIONI PER IL PERSONALE ATA
Sappiamo che il momento per la scuola statale nel suo insieme è molto critico e che le figure del personale ATA rimangono sempre relegate nel dimenticatoio o in secondo piano.
L’autonomia scolastica ha dotato tutte le scuole di personalità giuridica, ma non ha modificato gli organici, pertanto quelli degli Istituti Comprensivi sono notevolmente esigui a fronte del carico di lavoro.
Il lavoro nelle segreterie si è ulteriormente complicato in seguito alle seguenti novità:
pratiche di pensione, ricostruzioni di carriera, istanze on-line, identificazione on-line, convocazioni supplenti on-line con graduatorie riprodotte molteplici volte, iscrizioni on-line, pagamento supplenze brevi sempre on-line tramite il solito SIDI, che però non è stato ampliato provocando rallentamenti o blocchi totali del sistema operativo e comportando un notevole dispendio di tempo ed energia ecc. …..
Dovremmo avere come categoria un riconoscimento giuridico ed economico delle mansioni svolte, passandoci tutti al Profilo C, prevedendo eventualmente un corso obbligatorio dopo almeno 10 anni di servizio, visto quello che facciamo e poiché ora è necessario un diploma di maturità o una laurea! Stesso discorso di passaggio vale anche per gli assistenti tecnici e per i collaboratori scolastici.
I collaboratori scolastici da semplici addetti alle pulizie si sono trasformati in operatori dell’accoglienza e dell’assistenza; purtroppo però molto spesso vengono trattati, invece che come persone con pari diritti e doveri, come esseri inferiori, come “persone di servizio”. La mancanza di rispetto nei loro confronti offende la loro dignità in primis e quella dell’intera comunità scolastica.
L’orario dei collaboratori scolastici è diventato in questi anni quanto più variegato possibile a causa del mancato rinnovo del CCNL, dei tagli e del dimensionamento della rete scolastica, che ha provocato carichi di lavoro esagerati e regimi orario non contemplati dal CCNL. Per esempio l’orario spezzato è un punto critico e va superato. Il prolungamento degli orari a dismisura per garantire l’apertura totale quotidiana delle scuole crea problemi di sicurezza dei lavoratori
Tutto il personale ata vive poi situazioni di pressione insostenibili: aumento dei carichi di lavoro, turni iperflessibili e orario di lavoro spezzato, ore di straordinario assegnate d’ufficio (che saranno pagate solo in parte per l’esiguità del Fondo d’Istituto).
Il senso del dovere di tutto il personale permette che il lavoro sia sempre portato avanti anche se con notevoli sacrifici, perché la categoria ha sopportato nel tempo notevoli tagli agli organici: infatti nelle scuole con più plessi ubicati anche su più comuni i collaboratori scolastici sono solitamente figure uniche per turno e gli assistenti amministrativi nelle istituzioni scolastiche con molti plessi e/o comuni, ma con un numero minore di alunni rispetto ad altre scuole con pochi plessi sono in numero inadeguato rispetto alla notevole mole di lavoro.
Naturalmente questa situazione è risaputa, nei minimi dettagli, sia a livello ministeriale che sindacale, ma fino ad oggi NESSUNO ha voluto intervenire per modificarla, introducendo nuovi criteri finalmente EQUI.
Si dovrebbero rivedere i criteri di determinazione degli organici, tenendo conto di altri parametri e non solo del numero degli alunni e non diversificandoli più tra ordini di scuole; ad esempio, in diversi Istituti Comprensivi ci sono scuole distribuite fra più comuni, ci sono molti supplenti annuali, e ogni anno ci sono molte maternità fra insegnanti e collaboratori che comportano un notevole aumento dei carichi di lavoro.
Vorremmo far notare come nel tempo, dal 1976 quando bastava una 5° elementare per i bidelli e una terza media per gli applicati di segreteria, come si chiamavano allora, sono stati ulteriormente aumentati i carichi di lavoro e le responsabilità a fronte dello stesso stipendio; ora occorre un diploma di scuola superiore o una laurea per gli assistenti amm.vi (ex applicati) e un diploma di qualifica per i collaboratori scol.ci (ex bidelli) ma la retribuzione non è mai stata cambiata e corrisponde al 3° e 4° livello della carriera esecutiva (gli stipendi iniziali di un collaboratore scolastico e di un assistente amministrativo sono di 950 e di 1050 euro circa).
Gli assistenti si occupano anche di stipendi, ricostruzioni di carriera, pensioni, ricerche e nomine supplenti, rapporti esterni e tantissimi altri complessi lavori, derivanti dal passaggio all’autonomia che ha delegato alle scuole i compiti degli ex provveditorati, che nel mansionario dovrebbero essere svolti da una figura intermedia istituita fortunatamente solo sulla carta. L’informatizzazione avanzata delle scuole e del lavoro delle segreterie ampliato notevolmente negli ultimi anni comporta un aumento notevole di ore trascorse davanti al computer, che non viene considerato, né per una adeguata preparazione, né a livello economico.
Si propone pertanto per tutti uno stipendio adeguato al titolo di studio ed al lavoro effettivamente svolto; non esistono lavori simili al nostro inquadrati al 3° e 4° livello (si sottolinea che l’art. 36 della Costituzione recita “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso suffic. …….”)
Purtroppo la maggior parte di noi ha una coscienza e non riesce a fare solo ed esclusivamente il lavoro per il quale è retribuita (pensiamo ai docenti, agli alunni, ai supplenti e continuiamo a fare di tutto; basterebbe attenerci al nostro mansionario e in un solo mese probabilmente otterremmo qualche riconoscimento, almeno simbolico: ora è tutto dovuto e i ringraziamenti sono un di più).
Alcuni Direttori SGA hanno già perso la titolarità grazie agli accorpamenti di più scuole e alla creazione degli Istituti Comprensivi al posto delle Direzioni Didattiche e delle Medie; anche per loro il lavoro e le responsabilità sono aumentate notevolmente.
Passando ad un altro argomento, quello sulle graduatorie d’istituto per supplenze temporanee, sempre però correlato ai nostri carichi di lavoro, per avere più professionalità ed aumentare la produttività delle segreterie delle istituzioni scolastiche, sarebbe necessario ed auspicabile che le nuove graduatorie del personale ATA di 3° fascia fossero distinte in due sezioni: nella prima dovrebbero essere inserite le persone che hanno già prestato servizio in una scuola statale nella stessa qualifica per almeno 30 giorni (non dovrebbe essere tanto complicato, visto che nel modulo di domanda era già prevista questa casistica) e nella seconda tutte le altre. Già nel passato avevamo avuto delle graduatorie diversificate in base al servizio prestato.
Così si sopperirebbe almeno in parte al fatto che non sia più stata aperta la 2° fascia (ha diritto all’inserimento in 2° fascia chi ha effettuato almeno 30 giorni di servizio in una scuola statale) e si eviterebbe quello che è successo, poiché, essendo la 2° fascia praticamente sguarnita o con numerosissime iscritti “fantasma” con 0 punti, 0 esperienza e nessun lavoro pregresso nelle scuole statali, per cercare supplenti abbiamo dovuto ricorrere alla 3°, dove i primi in graduatoria sono generalmente senza alcuna esperienza relativa al lavoro di segreteria, avendo accumulato punteggio lavorando come collaboratori scolastici o altro, anche in scuole paritarie o private, a scapito di persone che hanno lavorato solo in scuole statali, a volte con sacrifici e per poco tempo.
Soprattutto le segreterie con un organico oltremodo esiguo subiscono un ulteriore aggravio di lavoro e le responsabilità sono aumentate notevolmente.
I nostri diritti acquisiti sono stati più volte calpestati, come nel caso delle pensioni e del blocco degli scatti e degli stipendi; capiamo i problemi legati alla spesa pubblica; anche i politici che hanno preceduto gli attuali hanno contribuito notevolmente a ciò e ci sembra doveroso riequilibrare il sistema, ma le varie riforme, secondo noi e altri che la pensano come noi e ci hanno eletti loro portavoce, dovrebbero riguardare chi ha iniziato a lavorare negli anni delle prime riforme sapendo già che la situazione era cambiata; chi, invece, è entrato nello Stato prima di queste riforme (anni ’70 – primi ‘80 circa) dovrebbe essere salvaguardato conservando almeno il diritto ad andare in pensione a 60 anni o 62: non siamo tanti, andremmo via scaglionati lasciando il posto ai giovani oppure potremmo rimanere sapendo che possiamo scegliere noi quando ritirarci dal lavoro.
Anni fa qualcuno aveva proposto di elargire una certa cifra alle pensioni basse in base anche agli anni di contributi versati; vorremmo che questo criterio venisse adoperato anche se doveste dare aumenti generici alle pensioni: non è giusto che chi ha versato pochi anni di contributi [pensioni baby – portuali – prepensionamenti come quelli delle F.S. ecc…] ritirandosi dal lavoro molto giovane ottenga anche degli aumenti che paghiamo e pagheremo noi che non possiamo andare in pensione neppure dopo 35- 40 anni di lavoro e di versamenti contributivi.
Proposte operative per le figure professionali Ata nelle Scuole Statali.
PROBLEMI |
PROPOSTE / RISOLUZIONI |
1) L’autonomia scolastica ha dotato tutte le scuole di personalità giuridica, ma non ha modificato gli organici, pertanto quelli degli Istituti Comprensivi sono notevolmente esigui, sia a fronte del carico di lavoro, che è maggiore rispetto a quello di altre Istituzioni Scolastiche di grado superiore, sia in caso di assenze di colleghi non sostituiti con supplenti (chiamate giornaliere supplenti, maggior numero di personale con contratto a tempo determinato, rapporti con più comuni, etc.).
Il lavoro nelle segreterie si è ulteriormente complicato in seguito alle seguenti novità:
convocazioni supplenti on-line con graduatorie riprodotte molteplici volte – iscrizioni on-line – pagamento supplenze brevi sempre on-line tramite il solito SIDI, che però non è stato ampliato provocando rallentamenti o blocchi totali del sistema operativo: ciò comporta un notevole dispendio di tempo ed energia.
Mancanza di sicurezza e sorveglianza per notevole riduzione dei collaboratori scolastici soprattutto nelle istituzioni con più plessi ubicati anche in più comuni. |
Aumento della dotazione organica sia di collaboratori scolastici sia di assistenti amministrativi, tenendo conto di altri parametri e non solo del numero degli alunni e non diversificandoli più tra ordini di scuole.
Prevedere l’organico degli assistenti tecnici anche per gli istituti comprensivi visto che ormai in tutti gli ordini di scuole sono previsti i laboratori.
Questo permetterebbe di garantire sia il servizio, che la sicurezza e la sorveglianza. Cosa che non è possibile sostenere con gli organici attuali .
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2) Livelli retributivi insoddisfacenti perché rimasti invariati dal 1976 ad oggi a fronte di un titolo di studio richiesto superiore a quello del 1976 ed a un aumento notevole di mansioni e di responsabilità non previste nel nostro mansionario. Vorremmo far notare come nel tempo, dal 1976 quando bastava una 5° elementare per i bidelli e una terza media per gli applicati di segreteria, come si chiamavano allora, sono stati ulteriormente aumentati i carichi di lavoro e le responsabilità a fronte dello stesso stipendio; ora occorre un diploma di scuola superiore o una laurea per gli assistenti amm.vi (ex applicati) e un diploma di qualifica per i collaboratori scol.ci (ex bidelli) ma la retribuzione non è mai stata cambiata e corrisponde al 3° e 4° livello della carriera esecutiva. |
Passaggio dal 4 livello come ex applicati al 5° o 6° livello come assistenti amministrativi eventualmente con un corso obbligatorio come per la prima e seconda posizione economica.
Si propone pertanto per tutti gli assistenti amministrativi uno stipendio adeguato al titolo di studio ed al lavoro effettivamente svolto;
non esistono lavori simili al nostro inquadrati al 4° livello (si sottolinea che l’art. 36 della Costituzione recita “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso suffic..).
Identico discorso per i coll. scolastici che dovrebbero passare dal terzo al quarto livello. |
3) Graduatorie d’istituto di terza fascia supplenti ATA aventi nei primi posti personale senza esperienza specifica nelle scuole statali e/o proveniente da scuole private e/o paritarie, che comunque ha accumulato punteggio (collaboratori scol.ci, ins.ti ecc.).
Altra anomalia : per accedere a qualifica coll. scol.co ora occorre un titolo di studio superiore a quello precedente (terza media) ma è stata data possibilità di inserirsi anche a chi non ha il titolo previsto ma che era già stato incluso precedentemente valutando il voto della terza media; in questo modo si crea una disparità di trattamento. |
Riaprire la 2° fascia eliminando la dicitura “ad esaurimento” e lasciarla solo per le scuole e non per gli Uffici Scolastici Provinciali o prevedere la distribuzione degli aspiranti in due sezioni nella terza fascia: nella prima dovrebbero essere inserite le persone che hanno già prestato servizio nelle scuole statali nella stessa qualifica per almeno 30 giorni (non dovrebbe essere tanto complicato, visto che nel modulo di domanda era già prevista questa casistica) e nella seconda tutte le altre.
In questo modo si garantirebbe più professionalità e si aumenterebbe la produttività delle istituzioni scolastiche e si farebbero lavorare in primis persone che hanno lavorato solo in scuole statali, a volte con sacrifici e per poco tempo.
Già nel passato avevamo avuto delle graduatorie diversificate in base al servizio prestato nello stato o in altre amm.ni, private o meno.
Si dovrebbero inoltre valutare quelli con la sola terza media unicamente con punteggio minimo previsto. |
4) Progressione di carriera:
tantissimi assistenti amministrativi attraverso la prima e seconda posizione economica svolgono il servizio in qualità di DSGA, MA NON PASSANO DI RUOLO. |
Creare la graduatoria dei 24 mesi dei DSGA, magari con un servizio minimo di tre anni, da cui attingere per le immissioni in ruolo. |
5) Problema pensioni con diritti acquisiti più volte calpestati solo per i lavoratori dipendenti che producono una forza lavoro in età ormai troppo avanzata e non lasciano spazio ai giovani. |
Conservare il diritto ad andare in pensione a 60-62 anni con una quota da “96” a “100” prevedendo una penalizzazione sempre più ridotta man mano che l’età o gli anni contributivi aumentano
(da un 10/12% ad un 2% in meno). |
6) Copertura finanziaria per i punti n. 1, 2, 4 |
Eliminazione 1° e 2° posizioni economiche ATA che verrebbero riassorbite dal passaggio di qualifica.
Eliminazione “carrozzone” INVALSI
Eliminazione contratti pulizia che costano molto ma rendono poco
Eliminazione figura revisori conti x scuole
Usare tutti i risparmi generati da vari ridimensionamenti e contrazioni organ. solo per il comparto scuola pubblica ( news parlano di svariati fondi dirottati da risparmi pubbliche amm.ni a Expo 2015 ……)
Blocco aumenti pensioni baby: è assurdo che chi ha versato pochi anni di contributi(pensioni baby – portuali – prepensionamenti come quelli delle F.S. ecc) ritirandosi dal lavoro molto giovane ottenga anche degli aumenti che paghiamo e pagheremo noi che non possiamo andare in pensione
Eliminazione DA SUBITO varie forme di finanziamento pubblico ai partiti, che il popolo sovrano ha sempre scelto nei vari referendum di eliminare
Eliminazione e/o riduzione spese militari all’estero e degli armamenti sofisticati come gli aerei F35; riduzione auto blu e grigie; diminuzione stipendi dei politici e dei parlamentari e degli addetti alle Camere; riduzione consulenze esterne da riassegnare all’interno della P.A. o nelle Commissioni Parlamentari; riduzione affitti della P.A. verso terzi; ridiscussione trattati Europei e eliminazione vincolo di bilancio deficit/Pil del 3%;
Da prossimo parlamento riduzione numero parlamentari e/o camera unica.
Altra forma di risparmio futura : poiche’ si vorrebbe giustamente dare i famosi 80 €. anche ai pensionati, si dovrebbero eliminare dagli aventi diritto quelli andati in pensione con pochi contributi versati favorendo quelli con maggiore anzianità contributiva. |
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