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Le graduatorie provvisorie del Personale ATA di III fascia usciranno dopo l’8 luglio 2021

FEDER.ATA INFORMA

a cura di Fania Gerardo

Le graduatorie provvisorie del Personale ATA di III fascia usciranno dopo l’8 luglio 2021, si può ipotizzare verso la metà del mese.

Secondo la tempistica dettata dal Miur, giorno 8 luglio saranno disponibili per le segreterie le funzionalità per generare le graduatorie provvisorie ATA e intorno al 15, quindi, dovrebbero essere pubblicate.

Graduatorie ATA III fascia 2021: dove poterle vedere

Dopo che le graduatorie ATA di III fascia provvisorie saranno pubblicate, sarà possibile visualizzarle in 3 modi:

  • dall’albo pretorio della propria scuola capofila e delle scuole scelte
  • su Istanze online
  • dall’applicazione del ministero MyIS.

Ata, graduatoria provvisoria pubblicata: cosa fare

Dal giorno in cui usciranno le graduatorie provvisorie, il Personale ATA di terza fascia avrà 10 giorni di tempo per fare il reclamo in caso di errori materiali.

Come indicato dall’articolo 8 del Dm 50/2021, è possibile presentare reclamo al dirigente della scuola capofila. Nei 10 giorni previsti, è possibile produrre richiesta di correzione di errori materiali. I reclami saranno valutati e accolti o negati, ma dopo questi le graduatorie corrette saranno definitive. A quel punto, il reclamo non sarà più ammesso. Unica possibilità di correzione resterà il ricorso giurisdizionale al giudice ordinario in funzione di giudice del lavoro.

 

Feder.ATA chiede di coprire subito tutti i posti liberi con assunzioni a tempo indeterminato

A tutto il personale ATA

Agli organi di stampa

Loro Sedi

Comunicato Stampa del 05 Luglio 2021

Personale ATA:27000 Posti liberi dopo i movimenti della mobilità ATA

Feder.ATA chiede di coprire subito tutti i posti liberi con assunzioni a tempo indeterminato

Dopo l’avvenuta pubblicazione dei movimenti nazionali sui trasferimenti del personale di ruolo, nelle scuole Italiane vi sono a disposizione dei lavoratori ATA complessivamente 27 mila posti liberi, di cui oltre la metà sono nel profilo di collaboratore scolastico.

Feder.ATA chiede senza mezze misure e ulteriori inutili attese, la copertura tramite assunzioni di tutti i posti disponibili, andando a stabilizzare i precari presenti nelle graduatorie permanenti di prima fascia.

Dopo l’avvenuta pubblicazione dei movimenti e la pubblicazione delle rinnovate graduatorie di 24 mesi diventa fondamentale collocare in ruolo i candidati presenti nelle stesse su tutti i posti vacanti e disponibili, dice Giuseppe Mancuso, presidente nazionale Feder.ATA,, perché stiamo parlando di una categoria falcidiata dai tagli, con migliaia di posti venuti meno negli anni a seguito del dimensionamento scolastico. Inoltre, va sanata la situazione dei tanti collaboratori scolastici che si sono visti scavalcare dagli ex lavoratori socialmente utili: Lsu che, pur avendo anche loro pieno diritto a un’occupazione lavorativa, in migliaia di casi hanno sottoscritto il contratto a tempo indeterminato al posto loro. Per non parlare dei facenti funzione DSGA per i quali si continua a non trovare una definitiva soluzione. La verità, conclude Mancuso, è che solo assumendo i DSGA facenti funzione, come tutti gli Ata, sui posti rimasti liberi, anche a seguito dei pensionamenti, confermando e tramutando i posti Covid in organico di diritto, come chiesto da Feder.ATA al decreto legge Sostegni-bis, potremmo iniziare l’anno scolastico 2021/22 con un’organizzazione degna di questo nome”.

Dopo la pubblicazione degli esiti dei movimenti relativi ai trasferimenti del personale, risultano circa 27mila unità di lavoro senza titolare: si tratta di unità di personale che conoscono bene il lavoro, considerato che lo svolgono da almeno 24 mesi di servizio, quindi basta perdere tempo, è arrivato il tempo delle assunzioni!

Ufficio Stampa Feder.ATA

 

Stipendi giugno decurtati

Prot. 238/2021 del 01/07/2021

Al Ministero dell’Istruzione

Al Ministero dell’Economia e Finanze

alla Ragioneria Generale dello Stato

Oggetto: stipendi giugno decurtati.

La scrivente FederAta, nata per tutelare e salvaguardare tutto il personale amministrativo tecnico ed ausiliario della scuola statale, denuncia l’incresciosa situazione relativa agli emolumenti di giugno 2021, in quanto molti colleghi lamentano per il corrente mese una riduzione in busta paga. 

E’ veramente indegno che in questo periodo di surplus lavorativo per gli ata vengano approntati notevoli tagli in una unica soluzione ai loro già risicati stipendi.

Infatti tutti, dai collaboratori scolastici agli assistenti tecnici, dai DSGA agli assistenti amministratvi che anche in piena estate dovranno dedicarsi, oltre alle molteplici pratiche, anche alle graduatorie ATA d’istituto, stanno lavorando freneticamente e mal sopportano decurtazioni alquanto drastiche al posto di doverosi e meritati aumenti; (aprendo un inciso a proposito delle graduatorie viene da pensare che forse i cervelli che hanno elaborato “la tempistica relativa alla produzione delle graduatorie….” credono che si producano miracolosamente da sole senza alcun intervento e/o controllo da parte del bistrattato personale di segreteria, che ricordiamo essere sempre relegato nella carriera esecutiva).

Questi conguagli fiscali, uniti ad altre trattenute che già gravano sugli emolumenti, operati in una unica rata e senza un adeguato avviso da parte di chi amministra le partite stipendiali, sono in molti casi veramente esosi, soprattutto tenendo conto del livello retributivo già normalmente basso.

Sarebbe stato più equo e corretto distribuire su più mesi l’eventuale debito in modo da evitare che molti si trovassero nell’impossibilità di fronteggiare normali spese previste e/o preventivate per giugno.

Anche in questo caso lo Stato si è dimostrato un padrone tiranno non conscio di quanto i suoi solerti dipendenti devono affrontare quotidianamente.

FederAta, conscia che ormai non sia ovviamente più possibile intervenire per risolvere il problema, protesta per questo trattamento riservato ai dipendenti pubblici e chiede con fermezza che non si riproponga più in futuro un simile modo di agire privilegiando invece in futuro trasparenza e condivisione.

Ufficio Stampa FederATA

Posti disponibili per le assunzioni a tempo indeterminato e supplenze annuali

FEDER ATA INFORMA

Circa 27000 posti disponibili dopo la mobilità, i posti per assumere i lavoratori ATA ci sono, non si perda altro tempo!

Posti disponibili per le assunzioni a tempo indeterminato e supplenze annuali

Collaboratori Scolastici: 14.773

Assistenti Amministrativi: 5.857

Assistenti Tecnici: 3.404

DSGA : 2333

Infermieri: 31

Cuochi: 148

Guardarobieri: 119

Addetti aziende agrarie: 121

Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale ATA a.s. 2021-2022

FEDER ATA INFORMA

Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie

del personale ATA a.s. 2021/2022

Scadenza delle domande: 28 Giugno al 12 Luglio 2021

Tra i destinatari della mobilità annuale rientrano i DSGA neo-assunti a.s. 2020/2021 che possono presentare, la domanda di utilizzazione (art.11 del CCNI) e/o di assegnazione provvisoria (art.17 del CCNI).

Alle operazioni di utilizzazione accedono anche gli ex LSU transitati che hanno avuto la trasformazione da part-time a tempo pieno in applicazione dell’art.1 c.964 della L.178/2020, qualora trasferiti d’ufficio come soprannumerari sull’organico della scuola di titolarità a.s. 2020/2021.

Per tutto il personale ATA, nella domanda di utilizzazione e/o di assegnazione provvisoria in una sola provincia, se in possesso dei requisiti di ricongiungimento/cura, si esprime un massimo di 15 preferenze.

UTILIZZAZIONE

Il personale ATA in esubero può essere utilizzato, a domanda e sulla base dei titoli posseduti, anche in un profilo professionale diverso da quello di appartenenza, con particolare riferimento agli assistenti tecnici sui laboratori di altra area professionale, ma comunque appartenenti alla stessa area contrattuale.

  • Può partecipare alle utilizzazioni il personale ATA in soprannumero sull’organico di titolarità, compreso i DSGA.
  • Può produrre domanda di utilizzazione per l’anno scolastico 2021/2022 il personale che sia stato trasferito d’ufficio o a domanda condizionata per l’anno 2013/2014 e successivi.
  • Il personale ATA restituito ai ruoli ai sensi dell’art. 38 del CCNI mobilità 2019/2022 che ha avuto una sede di titolarità non compresa tra quelle espresse a domanda.
  • Il DSGA dichiarato inidoneo a svolgere le mansioni del profilo di appartenenza.
  • Il personale ATA che, dichiarato inidoneo a svolgere la mansioni del profilo di appartenenza, svolge mansioni di altro profilo comunque coerente.
  • Il personale ATA dichiarato inidoneo a svolgere le mansioni del profilo di appartenenza che chieda di essere utilizzato su posti disponibili in scuole che non abbiano già in servizio analogo personale inidoneo.
  • Il personale ATA senza sede definitiva.
  • Il personale ATA assunto a tempo indeterminato dal 1 settembre 2020, trasferito d’ufficio.
  • Il personale ATA restituito ai ruoli di provenienza a domanda o d’ufficio ai sensi dell’art. 10 comma 9 del CCNL 2006/2009.
  • Il personale ATA in esubero che abbia superato o stia frequentando corsi di riconversione professionale.
  • I responsabili amministrativi, ivi compresi gli insegnanti elementari, collocati permanentemente fuori ruolo ai sensi dell’art. 21 della legge 463/78, che non sono stati inquadrati nel profilo di direttore dei servizi generali ed amministrativi.
  • I responsabili amministrativi presenti nelle istituzioni scolastiche con personale già degli Enti Locali aggiunti al titolare della funzione di firma degli atti contabili della scuola, in quanto soprannumerario a tutti gli effetti.
  • Il personale ATA proveniente da altra provincia in cui ci sia situazione di esubero.
  • il DSGA che, a seguito del dimensionamento, è stato assegnato in una scuola situata in comune diverso rispetto a quello di precedente titolarità e che chiede l’utilizzazione in scuola del comune di precedente titolarità.
  • Per l’Utilizzo dei DSGA in esubero lo stesso deve avvenire prioritariamente nelle scuole che, magari per pochi alunni, si trovano ad essere sottodimensionate. Pertanto, in presenza di DSGA in esubero da utilizzare nella provincia, nessuna scuola sottodimensionata potrà essere assegnata a reggenza. Inoltre l’utilizzo dei DSGA in esubero potrà avvenire, in funzioni coerenti con il profilo professionale, anche sui CPIA, nei nuclei di supporto all’autonomia, nei progetti su reti di scuole e su progetti specifici presso gli UST.

Le domande in formato cartaceo, sempre entro le scadenze previste, si compilano secondo i moduli predisposti dal ministero sull’apposito spazio del sito e vanno inviate direttamente all’Ufficio Scolastico Territoriale di destinazione. Se la domanda è interprovinciale, l’UST che dispone il movimento è tenuto a darne immediata comunicazione all’UST di provenienza dell’interessato (art. 9 comma 5 e art. 19 comma 3).

Le domande di utilizzazione degli insegnanti di religione cattolica debbono essere presentate alle Direzioni Regionali competenti in cui è ubicata la Diocesi richiesta.

Per le domande di utilizzazione e assegnazione provvisoria del personale ATA, alcuni Uffici Scolastici Territoriali hanno predisposto una apposita piattaforma cui inviare le domande. È necessario fare una verifica, a livello locale, sul sito internet dell’UST o tramite le scuole.

ASSEGNAZIONE PROVVISORIA

L’assegnazione provvisoria può essere richiesta per uno dei seguenti motivi (docenti: art. 7 co.1 – ATA: art. 17 co.1):

ricongiungimento ai figli o agli affidati minori con provvedimento giudiziario;

ricongiungimento al coniuge o alla parte dell’unione civile o al convivente, compresi parenti ed affini, purché la stabilità della convivenza risulti da certificazione anagrafica;

gravi esigenze di salute del richiedente comprovate da certificazione sanitaria;

ricongiungimento al genitore.

L’assegnazione provvisoria va inviata ad una sola provincia.

Monza 23/06/2021

La Segreteria Nazionale Feder.ATA

L’ASSISTENTE TECNICO E LA SUA VALENZA DIDATTICA NELLE SCUOLE

L’ASSISTENTE TECNICO E LA SUA VALENZA DIDATTICA NELLE SCUOLE

a cura di Fania Gerardo

La complessità tecnologica che si sta affermando nelle scuole, auspica che questa figura professionale possa essere presente nei diversi ordini di scuola e non solo in quelle secondarie, la diffusione di laboratori multimediali e linguistici, l’affermazione delle reti informatiche e telematiche in ogni scuola rafforza in molti la convinzione della necessità dell’ausilio del personale tecnico alla loro gestione.

La figura dell’assistente tecnico rappresenta senz’ombra di dubbio il fulcro delle attività didattiche svolte in laboratorio.

Questo ruolo viene talvolta “giocato” come alternativo a quello del docente, altre in concorrenza con esso, più spesso senza una forte consapevolezza del peso che assume nella costruzione del percorso formativo degli studenti.

Se da un lato a questa figura sono richieste anche competenze generali, dall’altro è necessario lavorare al rafforzamento dell’identità che trova nella definizione del profilo professionale data dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro il suo momento iniziale.

Il CCNL del 24 luglio 2003, è la fonte principale che disciplina le attività e le competenze del profilo professionale dell’assistente tecnico, nell’ambito dell’organizzazione dei servizi.

La figura dell’assistente tecnico è collocata nell’area B del personale ATA, con compiti di: conduzione tecnica dei laboratori, officine e reparti di lavorazione, garantendone l’efficienza e la funzionalità, e il supporto tecnico allo svolgimento delle attività didattiche, provvedendo, inoltre, alla manutenzione ordinaria.

Nell’ambito delle attività assegnate l’assistente tecnico ha autonomia operativa e responsabilità diretta.

L’assistente tecnico, ha il compito di sovrintendere al funzionamento del laboratorio, in modo da consentirne il pieno utilizzo da parte di alunni e docenti.

Per gli assistenti tecnici tenuto conto della specificità della loro funzione, che è strettamente collegata all’attività didattica, la prestazione lavorativa è articolata in:

assistenza tecnica alle esercitazioni didattiche per almeno 24 ore settimanali in compresenza del docente;

le restanti 12 ore sono dedicate alla manutenzione nel proprio laboratorio di pertinenza.

Nei periodi di sospensione dell’attività didattica l’intero orario è utilizzato per attività di manutenzione del materiale tecnico-scientifico-informatico dei laboratori, officine, reparti di lavorazione o uffici di loro competenza.

B/2 Profilo: Assistente tecnico

Esegue attività lavorativa, richiedente specifica preparazione professionale, conoscenza di strumenti e tecnologie anche complessi, con capacità di utilizzazione degli stessi, nonché di esecuzione di procedure tecniche e informatiche. Svolge attività di supporto tecnico al docente, relativamente alle attività didattiche e alle connesse relazioni con gli studenti.

Ha autonomia e responsabilità nello svolgimento del lavoro con margini valutativi, nell’ambito delle direttive e delle istruzioni ricevute.

È addetto alla conduzione tecnica dei laboratori, delle officine o dei reparti di lavorazione garantendone l’efficienza e la funzionalità in relazione al progetto annuale di utilizzazione didattica, oppure alla conduzione e alla manutenzione ordinaria degli autoveicoli utilizzati dall’istituzione scolastica per lo svolgimento di attività connesse alle finalità formative.

In questi ambiti provvede:

alla preparazione del materiale e degli strumenti per le esperienze didattiche e per le esercitazioni pratiche nei laboratori, nelle officine e nei reparti di lavorazione o nelle aziende agrarie cui è assegnato, garantendo l’assistenza tecnica durante lo svolgimento delle stesse;

al riordino e alla conservazione del materiale e delle attrezzature tecniche, garantendo la verifica e l’approvvigionamento periodico del materiale utile alle esercitazioni didattiche, in rapporto con il magazzino. Svolge attività di diretta e immediata collaborazione con l’Ufficio tecnico o analoghi organismi anche in relazione agli acquisti di attrezzature tecnico-scientifiche e al loro collaudo. In relazione all’introduzione di nuove tecnologie, nuove strumentazioni didattiche e progetti sperimentali partecipa alle iniziative specifiche di formazione e aggiornamento. Può svolgere attività di coordinamento di più addetti operanti in settori, indirizzi, specializzazioni e aree omogenee.

Area B:

Ad integrazione del quadro normativo entro il quale si muove la figura dell’assistente tecnico, vi sono alcuni altri istituti contrattuali:

Collaborazioni plurime (art. 56 del CCNL);

Formazione (artt. 61, 62, 63 del CCNL);

Incarichi specifici (art. 47 del CCNL);

Valorizzazione delle professionalità (art. 7 del II° biennio economico 2003/2005).

Il conferimento dell’autonomia (organizzativa, finanziaria, didattica, di ricerca e di sviluppo) alle scuole ha prodotto un innalzamento delle competenze professionali e delle abilità specifiche per tutto il personale ATA, spesso raggiunto però solo grazie all’impegno personale di tante lavoratrici e di tanti lavoratori.

Ogni istituzione scolastica, al fine di realizzare il POF, ha diversificato la richiesta di prestazione lavorativa al proprio personale. Questo ha comportato una diversificazione delle funzioni anche per l’assistente tecnico. La figura dell’assistente tecnico si è dunque trasformata, ormai definitivamente, da carriera rigidamente esecutiva in una professionalità piena, con autonomia, margini valutativi e responsabilità nello svolgimento del lavoro, finalizzata a sostenere le complesse occorrenze organizzative, didattiche e di innovazione tecnologica collegate alle peculiarità della scuola autonoma.

La partecipazione degli assistenti tecnici alla realizzazione del POF si colloca all’interno del più ampio modello di organizzazione del lavoro che definisce i compiti e gli ambiti di responsabilità e di autonomia dei vari servizi della scuola (generali, amministrativi e tecnici) definito dal Dirigente scolastico d’intesa con il Dsga.

E’ in relazione a tale modello organizzativo che il Dsga definisce il Piano annuale delle attività.

La specificità della funzione tecnica nel Piano delle attività del personale ATA.

Il Dsga formula una proposta di Piano delle attività relativa all’organizzazione del lavoro e all’articolazione dell’orario del personale ATA, nonché all’individuazione delle attività aggiuntive da retribuire con il Fondo di istituto e agli incarichi specifici.

Il Dirigente scolastico, verificatane la congruenza rispetto al POF ed espletate le procedure di cui all’art. 6 del CCNL (contrattazione di istituto e relazioni a livello di istituzione scolastica) adotta il Piano, la cui attuazione è affidata al Dsga.

La predisposizione del Piano delle attività nella parte relativa alla funzione tecnica, avviene sulla base del numero di assistenti tecnici che, diversamente dal restante personale ATA, è definito dalla stessa istituzione scolastica in fase di determinazione dell’organico di diritto.

È la Giunta Esecutiva a determinare la dotazione organica; si tratta di una competenza residuale tra quelle che la Giunta aveva acquisito con i Decreti Delegati del 1975 e non abrogata dalle normative successive.

La titolarità, cioè l’assegnazione dell’assistente tecnico a uno o più laboratori della scuola, tiene conto di questa determinazione e si realizza articolando l’orario di ciascun assistente tecnico (art. 52 comma 2 del CCNL) in modo che abbia almeno 24 ore in compresenza del docente.

In questo senso, la determinazione dell’organico da parte della Giunta esecutiva, l’articolazione dell’orario e i contenuti del profilo professionale, con i relativi compiti e responsabilità, concorrono a definire la figura dell’assistente tecnico come quella che “ha titolo”, dunque è titolare, per essere in laboratorio.

Non è poi di secondaria importanza il fatto che non vi può essere interscambiabilità di tale figura nei laboratori indipendentemente dai titoli professionali posseduti. In altre parole, i contenuti, comuni, del lavoro degli assistenti tecnici si realizzano tramite un’attività professionale diversa.

In questo contesto, il lavoro dell’assistente tecnico è strumentale alla didattica:

la sua funzione si realizza nell’adempimento di attività che potremmo suddividere in due diversi momenti. Il primo è la realizzazione dei compiti necessari alla gestione del laboratorio, il secondo è di supporto tecnico all’attività didattica del docente. A queste attività, che costituiscono il “nocciolo duro“ della funzione tecnica, se ne affiancano altre che, specie tra quelle aggiuntive, sono andate assumendo un peso significativo: supporto al DSGA nelle procedure negoziali (consulenza nell’acquisto di beni e servizi) e nella gestione patrimoniale, partecipazione alla commissione di collaudo dei beni e servizi, supporto informatico alle attività delle segreterie.

La conduzione tecnica dei laboratori:

Nell’assolvere tale compito l’assistente tecnico ha autonomia operativa e responsabilità diretta. Queste si esplicano attraverso alcune operazioni:

mantenimento di strutture, macchinari e attrezzature sempre al migliore livello di funzionamento e rendimento;

verifica dello stato di approvvigionamento dei materiali di consumo e prelievo dal magazzino del fabbisogno;

esecuzione di interventi di piccola manutenzione con esclusione di quelli che richiedono specifica certificazione di conformità;

procedure tempestive e congruenti per attivare la manutenzione dall’esterno;

custodia dei beni inventariati presenti nei laboratori mediante modalità idonee a garantirne la tracciabilità, la collocazione, l’accesso, la pronta verifica;

attenzione costante e qualificata alle problematiche inerenti la sicurezza per quel che riguarda l’utilizzo dei macchinari e delle strumentazioni, la manipolazione e la conservazione di materiali e sostanze potenzialmente pericolose.

La funzione tecnica in rapporto alla didattica:

A prescindere dal tipo di laboratorio da “condurre”, ciascun assistente tecnico è “attore” nell’area della relazione interpersonale che avviene prima di tutto sul piano umano e poi professionale.

L’assistente tecnico svolge il proprio incarico secondo quanto previsto dal Piano delle attività, dal regolamento del laboratorio e in collegamento diretto con il docente del laboratorio, il quale avrà codificato in specifiche procedure i programmi didattici che intende proporre ai propri studenti. Tuttavia, non è pensabile che lo svolgimento delle attività legate ai corsi curricolari e ai diversi progetti presenti nel POF possa avvenire senza una attenta programmazione e pianificazione dell’uso dei laboratori che coinvolga tutti i docenti (teorici e ITP) afferenti ad un medesimo ambito disciplinare o che, comunque, utilizzano/intendono utilizzare i laboratori.

Il Consiglio di classe, i Dipartimenti per discipline, ecc. ma anche il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto, sono tra le sedi depositarie di questi compiti. È invece da rilevare come sia residuale, almeno formalmente, la partecipazione dell’assistente tecnico a scelte che influiscono in maniera decisiva sul suo lavoro.

È necessario che ciascuna scuola con il proprio Progetto didattico di utilizzo dei laboratori garantisca:

programmazione delle esercitazioni che gli insegnanti prevedono di eseguire;

esercitazioni codificate o palesi, in modo che l’assistente tecnico sia in grado di provvedervi;

tempi congrui per mettere l’assistente tecnico in condizione di provvedere alla preparazione delle strumentazioni e dei materiali necessari;

regolamentazione del funzionamento e dell’utilizzo dei laboratori, disciplinati da un regolamento portato alla conoscenza e osservanza di tutti;

specifico Piano di prevenzione e protezione dai rischi per ciascun laboratorio, realizzato sulla base delle attività che in esso si svolgono;

procedure chiare e trasparenti per l’acquisto dei materiali necessari alle esercitazioni;

piani d’investimento, con particolare riferimento alle strumentazioni di laboratorio, stabiliti dal Consiglio di Istituto avuto riguardo della relazione predisposta dal Dirigente scolastico in fase di programmazione annuale;

puntuale regolamentazione dell’uso del laboratorio per progetti previsti dal POF, ma che non rientrano nell’attività curricolare;

inclusione tra le voci che compongono le schede di progetto di quella relativa alla presenza dell’assistente tecnico per il supporto alla funzione docente.

Una scuola che si pone questi obiettivi è una scuola capace di coordinare meglio il lavoro richiesto all’assistente tecnico all’interno di un progetto didattico complessivo che, non dobbiamo mai dimenticarlo, mira al raggiungimento del successo formativo degli alunni e ad una loro maggiore e consapevole integrazione nella società.

Il valore della prestazione professionale per dare centralità alla funzione tecnica.

La condivisione degli obiettivi istituzionali della scuola è un concetto guida nello svolgimento dell’attività professionale dell’assistente tecnico.

La realizzazione di questa condizione essenziale è il coinvolgimento nelle sedi dove si progettano gli interventi didattici.

Questa, tuttavia, è condizione necessaria ma non sufficiente a permettere che l’assistente tecnico possa riappropriarsi del valore della propria prestazione professionale e ricostruire così l’identità di cui si diceva.

È importante far conoscere, sostenere, diffondere le “buone pratiche” che le scuole al proprio interno possono mettere in campo per valorizzare il ruolo professionale degli assistenti tecnici.

La valorizzazione professionale del personale ATA e in particolare degli assistenti tecnici passa anche attraverso la proposta di innalzamento del titolo di studio per l’accesso ai profili contenuta nella piattaforma contrattuale unitaria.

Le nostre proposte

Organici più efficaci per le esigenze di attività didattica svolta nei laboratori in rapporto alle necessarie professionalità;

estensione della figura dell’assistente tecnico in ogni scuola;

superamento di tutte le forme di lavoro precario;

revisione delle corrispondenze titoli di studio/tipi di laboratori, dunque delle aree;

rafforzamento delle attività di formazione e aggiornamento professionale, che siano specifiche e ricorrenti;

istituzione di sedi di coordinamento organizzativo e gestionale tra assistenti tecnici e docenti in relazione alla progettazione delle attività didattiche;

Dipendenza esclusiva dal Dirigente Scolastico in relazione a compiti di lavoro ed orario. in quanto il lavoro dell’assistente tecnico è legato esclusivamente alle attività didattiche e spesso questo va in contrasto con le competenze del DSGA che svolge un ruolo Amministrativo di gestione del personale;

Prestazione dell’orario di servizio in coincidenza con l’attività didattica, con la previsione di un monte ore da destinare alla manutenzione dei laboratori di competenza. L’assistente tecnico svolge 24 ore di assistenza tecnica alle esercitazioni didattiche per almeno in compresenza del docente e 12 ore per la preparazione dei materiali per le esercitazioni e il loro riordino, la manutenzione e riparazione delle attrezzature tecnico – scientifiche del laboratorio o dei laboratori cui sono addetti.

Attribuzione dell’ ”istituto della disponibilità” al servizio durante il periodo di sospensione delle attività didattiche, al quale è tenuto anche il personale docente cosi come previsto dall’art 13 (capo III, Norme comuni) del CCNL 2006/09 evitando l’effettiva presenza in servizio che comporterebbe di conseguenza l’assunzione di compiti non contemplati nel profilo di appartenenza;

 

Monza 21/6/2021

FederATA è l’unico sindacato da sempre al fianco dei precari ATA

A tutto il personale ATA

Agli organi di stampa

Loro Sedi

Comunicato Stampa del 18 Giugno 2021

Feder.ATA in modo coerente è l’unico sindacato da sempre al fianco dei precari ATA “

Politica e sindacati rappresentativi fingono mobilitazioni e vicinanza ai lavoratori ATA

In queste settimane si è assistito ad una doppia manifestazione, a cui hanno aderito i cinque sindacati rappresentativi.

Feder.ATA da sempre a fianco dei precari, critica però questo carrozzone politico sindacale, Giuseppe Mancuso, presidente nazionale Feder.ATA ha affermato che “i precari vanno stabilizzati, e chi siede al tavolo delle trattative come i sindacati rappresentativi non lo sta facendo, rimane inutile poi mobilitarsi nelle piazze contro quello che tu stesso non riesci o non vuoi modificare nelle stanze istituzionali, non prendiamoci in giro, si firma un patto per la scuola che poi nei fatti viene immediatamente disatteso”.

Prosegue il presidente di Feder.ATA, “ chiediamo al ministro Patrizio Bianchi di presentare un emendamento che venga accolto da tutte le forze politiche in campo di stabilizzazione del personale ATA e che si cambi il decreto sostegni bis”.

Feder.ATA, ha da sempre avuto tra le sue richieste di modifica al decreto Sostegni-bis la soppressione della sospensione della call veloce per i DSGA precari, introdotta nel 2020 e bloccata senza alcun motivo dopo un solo anno, alla proroga dell’organico dei contratti Ata Covid, alla risoluzione della problematica dei Facenti Funzione senza titolo specifico, ai quali non è consentito partecipare alla procedura concorsuale in esame.

Il presidente di Feder.ATA Giuseppe Mancuso, conclude, rincarando la dose “ E’ arrivato il momento della responsabilità, basta con la propaganda politico sindacale, si agisca in maniera seria, i precari della scuola non meritano questi giochi pseudo sindacali che non portano a nulla se non solo propaganda, chi si siede ai tavoli ministeriali non può più agire in modo incoerente a discapito dei lavoratori ATA”.

Ufficio Stampa Feder.ATA

Il personale ATA e il rischio Burnout

Il personale ATA e il rischio Burnout: i sintomi

A cura di Fania Gerardo

Le aggressioni ,le tensioni e le richieste sempre più incessanti sono solo alcuni dei motivi che possono portare i lavoratori ATA a vivere situazioni di stress all’interno delle loro scuole.

Anni di studio e ricerca verso il tema dello stress lavoro correlato hanno reso ormai conosciuti i principali fattori lavorativi che possono portare a cosiddetti rischi psicosociali, al rischio stress e a vari altri problemi di salute negli ambienti di lavoro.

Cause burnout: Le numerose richieste

ll primo fattore di rischio è la presenza di richieste eccessive a cui non si riesce a far fronte.

Se alcune persone sono in grado di gestire lavori molto impegnativi nell’ambito dei quali sono sottoposte a molte sfide e pressioni, queste richieste possono causare stress se una persona sente di non riuscire a farvi fronte o di non avere abbastanza controllo su di esse. Ciò potrebbe essere dovuto a diversi fattori, come ad esempio, capacità e abilità non commisurate al lavoro richiesto.

Non ricevere sufficienti richieste può essere un problema tanto quanto averne troppe (lavoro sottoqualificato e sovraqualificato);

elevato carico di lavoro;

richiesta di essere sempre disponibili a lavorare;

alta pressione emotiva;

scadenze non rispettabili entro il tempo a disposizione;

percepire che le preoccupazioni su tali fattori non siano riconosciute o affrontate

Cause burnout: il nostro ambiente di lavoro

Negli ambienti scolastici, spesso le persone hanno “difficoltà ad ammettere di avere problemi a causa delle eccessive richieste, forse perché lo vedono come un segno di debolezza o inadeguatezza. Per questo motivo è bene monitorare e gestire le richieste e le risorse lavorative con molta parsimonia.

Cause burnout: la mancanza di controllo

  1. avere il controllo è sempre positivo: il livello di controllo che una persona ha sul modo in cui lavora può influenzare la misura in cui sperimenta lo stress.
  2. non avere il controllo è negativo: se una persona non ha il controllo che si attende, se sono gli altri a determinare il ritmo o la modalità di svolgimento del lavoro, ciò può aumentare la sensazione di stress. Anche non avere il controllo su altri pericoli può contribuire ad aumentare lo stress.

Cause burnout: mancanza di supporto

La presenza di stress da lavoro è poi a volte correlata alla mancanza di un supporto adeguato da parte di dirigenti o colleghi. Supporto e feedback positivo, sia da colleghi, sia da chi li dirige, possono aiutare ad affrontare le richieste lavorative. Se ricevono supporto, le persone hanno maggiori probabilità di essere in grado di far fronte ad elevati livelli di pressione o di richieste.

Cause burnout: i comportamenti da evitare

Un evidente fattore di stress sono poi i comportamenti inaccettabili sul luogo di lavoro, comprese molestie e violenze.

sebbene le differenze di opinione siano normali in un ambiente di lavoro, le relazioni sul lavoro possono causare stress quando le persone sono soggette a discriminazione, a conflitti irrisolti con gli altri o se subiscono un comportamento inaccettabile di natura fisica o morale. A volte un lavoratore può sentirsi trattato in modo non equo rispetto ai colleghi o può pensare che le sue preoccupazioni sulle questioni di lavoro (per esempio problemi di sicurezza) non vengano prese sul serio arrivando così ad un possibile conflitto.

Le molestie – che possono essere viste di volta in volta anche come bullismo, mobbing o violenza psicologica – sono ampiamente riconosciute come un rischio psicosociale sul luogo di lavoro. Si parla di molestie quando ci si trova di fronte a un comportamento ripetuto e irragionevole contro un lavoratore o un gruppo di lavoratori, volto a perseguitare, umiliare, intimidire e minacciare le persone prese di mira. Le molestie possono comprendere sia attacchi verbali che fisici, nonché atti più impercettibili come l’isolamento sociale. Includono anche le molestie sessuali, un termine che indica qualsiasi forma di condotta indesiderata , verbale, non verbale o fisica, di natura sessuale.

Cause burnout: la nostra vita fuori dalla scuola

Vi sono anche fattori di rischio che potrebbero essere causa di burnout esterni al lavoro.

problemi di equilibrio vita-lavoro, difficoltà a destreggiarsi tra le esigenze lavorative e personali: il raggiungimento di un adeguato equilibrio tra lavoro e vita personale è importante;

affrontare eventi importanti della vita (matrimonio, gravidanza e cura dei figli, divorzio, trasloco): non solo gli eventi negativi (lutti, malattie, separazioni) possono essere molto impegnativi per chi ne è coinvolto;

problemi personali e sociali, ad esempio problemi di stile di vita, alcol e droghe, condizioni di vita: una persona potrebbe ricorrere al fumo, all’alcool o all’assunzione di droghe come un modo per cercare di “staccare” e far fronte allo stress. Altre volte l’uso di alcool o di droghe può essere una concausa dei problemi, soprattutto quando inizia a incidere sulla ‘capacità di funzionamento’ di una persona;

conflittualità, molestie, mancanza di supporto;

problemi economici:

malattie/lutti: gestire una malattia o un lutto può essere stressante mentre si cerca di affrontare e accettare la malattia o la perdita. E questo può portare ad un aumento dei sentimenti di tristezza o di rabbia, con potenziali implicazioni per la salute mentale. Anche altre richieste, ad esempio organizzare il funerale o altre attività, oltre alle eventuali implicazioni economiche, possono contribuire allo stress.

I Sintomi

Indecisione, scarsa concentrazione, pessimismo, ansia, possono essere chiari sintomi di burnout, lo stress da lavoro correlato sempre più spesso purtroppo colpisce all’interno del mondo scuola dove non è esente da questa sofferenza anche il personale ATA.

I sintomi organizzativi rappresentano le manifestazioni di malessere e disagio (stress lavorativo) che i lavoratori possono sperimentare sul lavoro, espresse in diverse forme di “malfunzionamento”.

La rilevazione dei sintomi organizzativi del burnout viene realizzata facendo riferimento alla letteratura scientifica nella quale si ritrovano elenchi contenenti i fattori di rischio stress ritenuti maggiormente oggettivi.

Rilevare la presenza di tali sintomi di stress da lavoro correlato non significa, comunque, individuare eventuali fonti/fattori di stress, bensì individuare dei comportamenti che denotano la presenza di stress lavorativo tra i lavoratori.

Dicendola in parole semplici, prendiamo coscienza che lo stress è presente tra i lavoratori ma non sappiamo se è provocato dal lavoro oppure dalla sfera privata, per saperlo dobbiamo verificare la presenta di possibili fonti o fattori di stress.

E’ importante sottolineare che individuare la presenza di sintomi di stress lavoro correlato riportati nell’elenco non significa individuare fonti e fattori di stress presenti all’interno dell’organizzazione, bensì individuare dei comportamenti compatibili con stati di stress. Nel caso in cui non siano presenti fattori di stress, non possiamo parlare di stress lavorativo ma di stress probabilmente generato da situazioni extra lavoro.

Monza, 17/5/2021

 

ASSEGNAZIONI PROVVISORIE 2021-22 ATA

📌ASSEGNAZIONI PROVVISORIE 2021/22 ATA
Dal 28 Giugno e fino al 12 Luglio è possibile presentare domanda per per l’ Aseegnazione Provvisoria e Utilizzazione.
🔹Si possono scaricare modulistica e guida dal sito del MIUR:

https://www.miur.gov.it/web/guest/utilizzazioni-ed-assegnazioni-provvisorie-del-personale-docente-educativo-ed-ata-anno-scolastico-2021/22

per assistenza scrivici una e-mail a assistenza@federata.it indicando la Sede di titolarità

Pubblicazione terza fascia ATA

FEDER ATA INFORMA

Dall’8 luglio le segreterie scolastiche potranno Pubblicare le graduatorie provvisorie di terza fascia ATA.

Entro 10 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie provvisorie gli aspiranti potranno presentare reclamo.

La tempistica

Dal 15 luglio sarà possibile prenotare le graduatorie definitive e dal 31 saranno pubblicate. Ad agosto quindi le graduatorie di terza fascia ATA saranno pronte.

Da queste si potrà attingere per le supplenze nel prossimo anno scolastico, già da settembre.

Dove potranno essere visualizzate

Le scuole provvederanno all’affissione all’albo della graduatoria provvisoria priva dei dati sensibili: qui gli aspiranti ATA potranno vedere il punteggio e la posizione in graduatoria.

Anche le graduatorie definitive saranno pubblicate all’albo delle scuole prive dei dati sensibili degli aspiranti.

Sarà possibile vedere il proprio punteggio su Istanze online andando su Altri servizi, Visualizzazione graduatorie d’istituto ATA III fascia, dettaglio dati graduatoria.

La pubblicazione avverrà nella stessa data per tutte le scuole della provincia.

Ricorsi

Avverso l’esclusione o la nullità della domanda, nonché avverso le graduatorie, è ammesso reclamo al dirigente della istituzione scolastica che gestisce la domanda di inserimento (scuola capofila).

Il reclamo deve essere prodotto entro 10 giorni dalla pubblicazione della graduatoria provvisoria.

Esaurito il tempo dei ricorsi, le graduatorie saranno definitive e sarà possibile quindi impugnarle soltanto tramite ricorso al giudice ordinario in funzione di giudice del lavoro.

Monza 15/6/2021

Il Segretario Organizzativo Nazionale

Fania Gerardo